Un istruttore insegnava in una palestra
il vero tai ji quan, non quello annacquato e distorto che si
vede più spesso. Aveva pochi allievi, troppo pochi per i gestori
della palestra, che un bel giorno gli hanno detto: “Il tuo tai
ji quan è troppo difficile. Alla gente non piace. Lo sappiamo
che sei bravissimo, lo dicono tutti quelli che fanno la prova con te,
ma poi non vengono a fare il corso perché non è quello che
cercano”. Intendono l'idea che la gente comune si è fatta del tai
ji quan: una facile ginnastica morbida. I gestori e questi loro
clienti non conoscono il tai ji quan, quindi non possono
giudicarlo (quanto è difficile, quanto è avanzato...).
L'immagine consueta del tai ji quan
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Comunque la conclusione dei gestori è
ovvia: “Qui dobbiamo guadagnare, per cui bisogna andare incontro ai
clienti. Tu non sei commerciale”. L'istruttore spiega: “Nel giro
di sei chilometri quadrati ci sono altre tre scuole di tai ji
quan, il cui livello è basso. Se questa diventa la quarta,
perché la gente dovrebbe venire qui e non in quelle? Io cercavo di
fare la differenza di qualità”.
Finale: la palestra assume un altro
istruttore, uno dei tanti che fanno e insegnano un tai ji quan
assai scarso.
Contemporaneamente, la stessa sorte è
capitata a un bravo maestro filippino della sua arte marziale patria,
l'arnis de mano o eskrima
(in Occidente chiamata più spesso kali). Causa la
penuria di allievi, viene sostituito nel corso da un suo allievo europeo, che, paradossalmente, dichiara di aver più successo perché
adatta l'insegnamento agli europei.
Questa situazione è ben nota pressoché
a ogni maestro orientale che abbia insegnato in Occidente. Prima (i
più malleabili e inclini al compromesso) o poi (i più ostinati e
idealisti), tutti hanno capito che per avere allievi, dovevano
abbassare di parecchio la qualità del loro insegnamento e della
disciplina insegnata.
Per il maestro Huang non è un
problema. La sua didattica è uguale a quella del suo insegnante in
Cina: prima fornisce la struttura grezza, poi, col tempo, insegna a
raffinarla. Come una statua che a poco a poco emerge da un blocco di
pietra. Huang può insegnare all'allievo come quest'ultimo desidera:
rimanere in superficie o approfondire.
Auguste Rodin, Thought (1901)
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Un ingegnere può insegnare le
tabelline, ma un alunno delle scuole elementari non può insegnare a
costruire navicelle spaziali. Un vero maestro è come un ingegnere:
che vogliate le tabelline o costruire navicelle spaziali, sa
insegnare entrambi.
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