sabato 13 giugno 2015

Logorio da sovrallenamento

Continua messe senescit ager” (Ovidio, Ars amatoria, 3, 82)

C'è chi pretende che il tai ji quan ritardi l'invecchiamento e chi ne migliori solo la qualità (al lettore pensare quale sia la differenza tra le due asserzioni).

Yang Cheng Fu 杨澄甫 (1883-1936), il principale divulgatore dello stile omonimo di tai ji quan, morì a cinquantatré anni. Sono ignote le cause precise del suo decesso

Il maestro Huang Tai Ji spiega che vari esperti cinesi di arti marziali sono morti prima di raggiungere una discreta longevità. La causa di tali decessi più o meno prematuri è stata spesso imputata al logorio fisico da sovrallenamento. Certo, il loro gong fu 功夫 era “alto”, ma a che prezzo?

Anche la causa della morte di Bruce Lee (1940-1973) è materia di ipotesi e leggende metropolitane (assassinato da fantomatici sicari per fantomatiche ragioni); neppure si escludono effetti deleteri di un massiccio sovrallenamento

Peraltro, pure Chen Fa Ke 陈发科 (1887-1957) – continua il maestro – è morto a settant'anni, e, qualunque ne sia il motivo, anche lui è risaputo che si allenò forsennatamente per parecchi anni.

Il maestro Chen Fa Ke in vecchiaia

È invece importante adattare il proprio regime di allenamento del tai ji quan alle proprie capacità del momento. Per esempio, insegna Huang, dopo una giornata di lavoro molto faticosa, potrebbe essere dannoso praticare intensamente il tai ji; un paio di sequenze lunghe possono bastare. Altrimenti, meglio optare per l'esercizio zhan zhuang 站桩 (“palo eretto”; vedi il post http://accademiataiji.blogspot.it/2011/07/il-palo-eretto.html) o la meditazione chan (vedi il post http://accademiataiji.blogspot.it/2014/04/meditazione-chan.html).

Il maestro Huang Tai Ji mostra una meditazione che ha studiato con monaci buddisti

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