sabato 27 dicembre 2014

Vocabolario anatomico


Una serie di termini di un'area corporea importantissima per il tai ji quan 太极拳 e l'educazione motoria tutta.
Anca (kua )
Anche e fianchi (yao dang 腰裆)
Bacino (pen )
Colonna vertebrale lombare (yao chui 腰椎)
Curva lombare (yao chui qu xian 腰椎曲线)
Fianchi (yao )
Flessori dell'anca (kuan qu ji 髖屈肌)
Forza muscolare dell'ileo-psoas (qia yao ji li liang 髂腰肌力量)
Ileo-psoas (qia yao ji 髂腰肌)
Inclinazione pelvica (gu pen qing xie 骨盆倾斜)
Inguine (fu gu gou 腹股沟)
Legamento inguinale (fu gu gou ren dai 腹股沟韧带)
Muscoli addominali (fu ji 腹肌)
Muscoli lombari (xia bei ji qun 下背肌群)
Osso pubico (chi gu 恥骨)
Pelvi (gu pen 骨盆)
Psoas (yao ji 腰肌)

Carl Gustav Jung parla di un “serpente attorcigliato nell'addome”

La Via del tè

Per le feste natalizie, col maestro Huang Tai Ji andiamo a trovare il nostro dotto amico Zhang .
Come prescrive la rinomata cortesia cinese nei confronti degli ospiti, ci offre dell'ottimo tè (cha ), il Puer 普洱. Lo mette nel colino, versandovi acqua corrente per liberarlo da polvere vegetale e residui non commestibili; poi lo lascia in infusione.

Il Puer pressato in una delle sue forme tipiche: a disco (in cinese bing : “torta”), “simile a quello di un discobolo”, dice l'amico Zhang

È il momento di spiegarne l'antica cultura: le piante di Camellia sinensis da cui si ricava questo tè sono nello Yunnan 云南. Lo indica il nome stesso: Puer è una zona di questa provincia cinese sud-occidentale.
Qui viene prodotto con una trafila complessa e accurata, che nel 1965 ha acquisito un'ulteriore raffinatezza: fino ad allora esisteva solo la fermentazione parziale (sheng cha 生茶), ma poi svilupparono una tecnologia adatta per la fermentazione completa (shu cha 熟茶), e la qualità della bevanda aumentò.
Questo tè, come il vino, migliora con l'invecchiamento e la stagionatura, e perfino la muffa lo rende più buono.
Secondo la medicina cinese, il Puer ha un effetto purificante e detossinante del corpo, soprattutto sui grassi animali.

Colesterolo LDL

Tale caratteristica favorì lo sviluppo della Via del tè (in cinese Cha ma gu dao 茶马古道: “Antico percorso dei cavalli da tè”), che partiva appunto dallo Yunnan e saliva a nord verso la Mongolia e lo Xinjiang 新疆, dopodiché virava a ovest in Tibet fino all'odierna Turchia, per certi tratti connettendosi alla più famosa Via della seta (Si lu 丝路).

Portatori di tè nel Sichuan 四川 del 1908, lungo la Cha ma gu dao (foto di Ernest Henry Wilson)

Infatti, quelle zone settentrionali erano popolate da pastori, la cui dieta abbondava di latte e grassi animali, sicché il Puer li aiutava a mantenersi in salute. Dacché ha in più un effetto rinvigorente, lo si consumava soprattutto in inverno.

L'“Antica via dei cavalli da tè”

I cinesi dicono: la mattina il tè verde (qing cha 青茶), il pomeriggio quello rosso (hong cha 红茶) e la sera quello nero (hei cha 黑茶), come il Puer. Meglio berlo entro un'ora dalla cena.
In realtà, bisognerebbe regolare l'assunzione dei diversi tipi di tè in base alla stagione e alla costituzione fisica personale, secondo il principio di yin e yang . Per esempio il tè verde è più yin, e quindi rinfrescante, degli altri due.
Ma tanta gente sostiene che assumere caffè o tè la sera le toglie il sonno. Questo perché la caffeina è la teina sono sostanze eccitanti il sistema nervoso. Ebbene, il Puer di solito è privo di questo inconveniente perché la sua quantità di teina è molto bassa.
Zhang conclude la sua lezione con un avvertimento, che abbiamo sentito pronunciare anche da altri cultori cinesi del tè: il Puer se lo fa mandare dalla Cina, perché non si fida di quello che trova nei negozi in Occidente. Oppure ci sono venditori specializzati e che assicurano qualità, ma hanno prezzi alti.

Puer con stagionatura completa

Tai ji natalizio

Quando si ha una passione, è un piacere dedicarvi il proprio tempo. Perciò allenamenti di tai ji quan 太极拳 (gratuiti e in amicizia) col maestro Huang Tai Ji anche durante le vacanze natalizie.
In fondo, il Natale è una festa di famiglia, e nella tradizione asiatica la scuola di arti marziali ricalca per certi aspetti il clan. Per esempio “padre” in cinese si dice fu ; il maestro si chiama shi fu 师父: “insegnante e padre”.

lunedì 22 dicembre 2014

BUON NATALE!


Kung Fu Christmas

Mani nude

Le arti marziali cinesi sono famose tanto per le tecniche a mani nude, quanto per quelle con armi bianche.
Ma, a parte possibili eccezioni, Chen Fa Ke 陳發科 (1887-1957) non insegnò queste ultime, neppure al suo secondo figlio Zhao Kui 照奎 (1928-1981). Probabilmente le riteneva infatti obsolete, nell'epoca delle armi da fuoco, e non necessarie alla progressione nel livello di abilità.

Chen Zhao Kui nella “posizione per colpire la tigre” (da hu shi 虎式)

Molte sequenze di armi che si vedono oggi nello stile Chen di tai ji quan sono creazioni recenti. Per esempio si dice che Chen Zhao Pei 陈照丕 (1893-1972) inventò quelle di sciabola doppia (shuang dao 双刀), spada doppia (shuang jian 双剑) e forse anche quella di sciabola singola (dan dao 单刀).

Chen Zhao Pi

Chen Chong 陈冲 (1973-)

I guardiani

Uno dei lavori che più spesso impiegava i praticanti cinesi di arti marziali era la guardia di sicurezza (bao biao 保镖), nelle milizie popolari, nelle compagnie di scorta o come guardaspalle di persone ricche e influenti.
Era un mestiere che si tramandava all'interno di clan o villaggi ben precisi insieme alle arti marziali.
Una di queste famiglie era la Chen, dove nacque la branca omonima di tai ji quan 太极拳, se non lo stile intero.
La loro genealogia viene fatta iniziare con Chen Pu 陈仆, ma il supposto inventore del tai ji appartiene alla nona generazione: Chen Wang Ting 陈王廷 (1600-1680), che nel 1644 fu eletto comandante della guarnigione della contea di Wen , dove si trova il borgo della famiglia (Chenjiagou 陈家沟).

La statua di Chen Wan Ting che oggi campeggia a Chenjiagou

La sua impresa militare più famosa è una spedizione contro Li Zi Cheng 李自成 nello Shandong 山东.
I suoi due figli Suo Le 所乐 (1625-1704) e Ru Xin 陈汝信 erano guardie del corpo.

Chen Suo Le

Chen Ru Xin

Lo stesso mestiere facevano Chen Jing Bo 陈敬伯, dell'undicesima generazione, e Chen Geng Yun 陈耕耘, quindicesima, sempre nello Shandong.
Lui, Chen Ji Shen 陈季甡 (1809-1865) e il suo gemello Zhong Sheng 仲牲 (1809-1871), anch'essi della quindicesima, nel 1853 combatterono in difesa di Wen contro i ribelli Tai ping 太平 (vedi il post precedente).
Nella generazione successiva, Chen Yao 陳垚 fu militare dal 1853 al 1863 circa.

Chen Yao

Chen Zhao Hai 陈照海 (1899-1950), diciottesima generazione, combatté gli invasori giapponesi con l'esercito nazionalista. Agli ordini del generale Fan Ting Lan 范庭兰 (1903-1938) nel Quinto Gruppo Mobile dell'Henan Settentrionale, pare effettuò rischiose missioni da commando.

Chen Zhao Hai

Infine, Chen Ji Nao 陈金鳌 (1899-1971) combatté pure lui i banditi a Wen nel 1921.

Chen Ji Nao

Contro i ribelli

Si narra che Chen Fa Ke 陳發科 (1887-1957) difese la contea di Wen , bastone alla mano, dalla Società delle Lance Rosse (Hong qiang hui 红枪会) [vedi il post http://accademiataiji.blogspot.it/2014/12/chen-il-paladino.html].
Qualcosa di simile fecero nel 1853 due suoi predecessori: Chen Zhong Sheng 仲牲 (1809-1871) e il suo gemello Ji Shen 季甡 (1809-1865), quindicesima generazione della famiglia.

I gemelli Chen Zhong Shen e Chen Ji Shen ritratti oggi a Chenjiagou

Infatti, quella primavera i ribelli Tai ping 太平 si erano spinti dalla loro capitale Nanchino fin su a Huaiqing 怀庆, dove si trovava il villaggio di Chenjiagou 陈家沟 (Buca della Famiglia Chen).
L'evento è narrato in due scritti statali: “Documento autentico sull'attacco dell'esercito della Pace Suprema alla prefettura di Huaiqing” (Tai Ping jun gong Huaiqing fu shi lu 太平军工怀庆府实录), scritto da Tian Gui Lin 田桂林, un incaricato della difesa locale; e “Documentazioni quotidiane della difesa di Huai” (Shou Huai ri zhi 守怀日志), scritto da Ye Zhi Ji 叶知几, un docente scolastico locale.
Secondo queste testimonianze, c'erano solo tremila soldati governativi a Huaqing, sicché il prefetto chiese alle milizie popolari (xiang yong 鄉勇) del luogo di aiutarli ritardando l'attacco dei ribelli.

Ribelli Tai ping assediano Shanghai 上海

Alla data del ventinovesimo giorno del quarto mese, Tian Gui Lin descrive i fatti: “Il capo dei ladri chiamato Yang “Testa Grossa” invase Chenjiagou. Questo ladro era estremamente coraggioso e forte, riusciva a portare sotto le braccia due cannoni e attaccare rapidamente la cittadina. Le battaglie che distrussero l'intera città furono condotte al comando di questo ladro. Per fortuna Chen Zhong Shen e Chen Ji Shen, due fratelli di Chenjiagou, erano molto abili nell'uso delle lance e dei bastoni lunghi, usarono questi ultimi per disarcionare Da Tou e poi gli tagliarono la testa. (...) L'ira dei ladri fu grande, e tutto il loro gruppo andò a Zhaobao 趙堡 (...) bruciando ogni cosa, poi a Henei 河內 [nella contea di Meng dell'Henan, ndr] e nei villaggi intorno a Baofeng 宝丰 [contea dell'Henan, ndr], e non c'erano soldati ad andare in soccorso. Per fortuna Chen Zhong Shen e gli altri riuscirono a scappare”.
[“盗贼之首,杨头大,入侵陈家沟。这贼极其勇敢强壮,他能用手臂携两大炮迅速的攻击城市。这场战争在这贼的领导指挥下摧毁了整个城市,幸运的是陈家沟的陈仲生和陈季生两兄弟,他们能非常熟练地使用长矛和长棍。他们用长棍先把杨大头拉下马,然后砍下他的头(…)。叛军们非常生气,他们全部都冲向赵堡街(…),烧光所有的东西,之后去了宝丰周围的河内和村庄,没有士兵来营救这片土地,不幸中的万幸,陈仲生和其他人都成功脱逃”.]
I due gemelli, i loro allievi e l'intera milizia di Chenjiagou furono dunque gli unici a non retrocedere, bensì a guadagnare una vittoria che ebbe un impatto decisivo su tutto il movimento Tai Ping.
Per questo si dice che l'imperatore Xian Feng 咸豐 assegnò in premio a Zhong Sheng un posto di funzionario e fece erigere una stele in suo onore a Chenjiagou medesimo.
Per lo meno questi sono i dati diffusi dall'attuale famiglia Chen [vedi Jian Ge 剑歌, Chen shi tai ji quan xiao jia (“La piccola struttura del pugilato della suprema polarità del clan Chen”), “Shaolin yu tai ji 少林与太极”, settembre 2002].
Chen Zhong Shen in questo vecchio dipinto è rappresentato con gli abiti da funzionario imperiale

Chen Ji Shen

sabato 20 dicembre 2014

Impermeabili all'antagonismo

Quasi fosse un irrefutabile destino inscritto nel nome, il mondo delle arti marziali è pieno di antagonismo e invidia.
Può essere invece d'esempio, ancora una volta, Chen Fa Ke 陳發科 (1887-1957). Quando giunse a Pechino nel 1928, i cinesi erano abituati a un tai ji quan 太极拳 praticato sempre lentamente; sicché, al vedere Chen eseguire mosse veloci o con emissioni di forza (fa jin 發勁) esplosiva, negavano che fosse un esponente di quello stile.

Chen Fa Ke in un pugno di Bei zhe kao 背折靠 (“Appoggiarsi inclinando la schiena”), una tecnica che può essere compiuta con fa jin

Hong Jun Sheng appena prima di scagliare il pugno di Bei zhe kao

Fra questi critici pare ci fosse Wu Tu Nan 吴图南 (?-1989), erudito praticante della branca Wu di tai ji quan. La sua scuola afferma che egli pronunciò la negazione nel 1953, a un grande ritrovo di famosi esperti di tai ji quan: “Questo è un simposio di tai ji, perciò dovrebbero partecipare lo stile Chen e il wu xing chui 五星锤1?”.

Wu Tu Nan nella tecnica dan bian 单鞭 (“frusta singola”) dello stile Wu di tai ji quan

Come si dice reagì Chen Fa Ke? Col suo solito carattere: gentile, tranquillo, onesto, umile, taciturno e avverso al conflitto, cioè un principe della “virtù marziale” (wu de 武德). Si sarebbe semplicemente alzato rivolgendosi a Gao Rui Zhou (1900-1958) 高瑞周, esponente del wu xing chui: “Se la gente dice che il nostro non è tai ji quan, dovremmo andarcene”; oppure: “Non so se è tai ji quan o meno, pratico solo l'arte della mia famiglia”. Ma il suo allievo Wang Pei Sheng 王培生 (1919-2004), soprattutto maestro della branca Wu , invitò lui a risedersi e tutti gli altri a ignorare la faccenda. Così il resto della manifestazione si svolse senza intoppi.

Gao Rui Zhou

Shanghai 上海, luglio 1982. Wang Pei Sheng è il terzo da sinistra nella fila davanti. Hong Jun Sheng 洪均生 è dietro di lui, alla sua destra

Wang Pei Sheng in una posizione di tan tui 弹腿 (“gambe scattanti”) nel 1982

Un po' diversa la versione degli scritti, diffusi negli anni '80, che Ma You Qing 马有清 attribuisce al suo maestro Wu Tu Nan: in quell'occasione egli propose una sfida a Chen Fa Ke e Gao Rui Zhou, che entrambi rifiutarono, preferendo dargli ragione.
L'unico dato certo è che ormai Chen non doveva far altro che lasciar parlare la sua enorme fama d'abilità, dopo tutti quegli anni passati a insegnare nella capitale; e così fece, come sempre.
Visto il modo in cui sono andate poi le cose, il karma (in cinese yin guo bao ying 因果报应) era favorevole a Chen Fa Ke.

Note
1 “Colpi delle cinque stelle”, un metodo attribuito ai maestri Wang Lan Ting 王兰亭 e Li Rui Dong 李瑞东 (1851-1917), che l'avrebbero creato mischiando la branca Yang del tai ji quan con altri stili: Shaolin nei lang quan fa 少林内廊法 (“metodo di pugilato del corridoio interno della Giovane Foresta”), xing yi quan 形意拳 (“pugilato della forma e dell'intenzione”), ba gua zhang 八卦掌 (“palmo degli otto trigrammi”) ecc. Vedi Zhang Shao Tang 张绍堂, Du Zi Yu 杜子宇, Li pai tai ji wu xing chui 李派太极五行捶 (“Colpi delle cinque stelle della suprema polarità della scuola Li”), Shanxi ke xue ji shu chu ban she 山西科学技术出版社, 2005.

Li Rui Dong

Shaolin nei lang mi fa quan ba shi 少林内廊秘法拳八式 (“otto forme di pugilato del metodo segreto del corridoio interno della Giovane Foresta”)

domenica 14 dicembre 2014

Chen il paladino

Durante la lunga epoca imperiale cinese e poi nella successiva repubblica, spesso il controllo dello Stato centrale latitò. Per questo sorsero gruppi di autodifesa, generalmente incentrati nei villaggi, dove ci si esercitava nel combattimento con armi bianche e a mani nude.
Queste milizie popolari fiorivano soprattutto in momenti di crisi, quando nelle campagne regnava il banditismo.

Membri di una milizia popolare di Guangzhou 广州 fotografati nel 1938 da Robert Capa

Uno di questi periodi fu il primo quarantennio del '900, in cui una delle conventicole di protezione più ampie era la Società delle lance rosse (Hong qiang hui 红枪会).
Si stima che per la fine del decennio le province dell'Henan 河南 e dello Shandong 山东 ospitassero circa diecimila affiliati alle Lance rosse. Era un gruppo bellicoso, tanto da mettersi contro altri suoi simili per il dominio sul territorio.

Possibili membri della Hong qiang hui, 1936 circa

Quando, intorno al 1926, la loro minaccia arrivò nella contea di Wen dell'Henan, trovò ad attenderla un borgo particolare: Chenjiagou 陈家沟 (Buca della Famiglia Chen).
Come rivela il toponimo, qui aveva sede un lignaggio assai importante per le arti marziali: quei Chen a cui molti storici moderni attribuiscono l'invenzione del tai ji quan 太极拳.

Anziani di Chenjiagou si allenano nel villaggio in una foto di parecchi anni fa

A quel tempo ci viveva un loro discendente che sarebbe diventato illustre a Pechino: Chen Fa Ke 陳發科 (1887-1957). Toccò dunque a lui e alla sua scuola essere ingaggiati dal governo locale per misurarsi con le Lance rosse. Così egli raccontò a Hong Jun Sheng 洪均生, l'allievo che imparò il tai ji quan da lui per più tempo.
Hong riferisce che il maestro arrestò due esponenti della banda non appena giunto alla sede della contea. Ma poi trovò lì un altro esperto di combattimento, assunto per il suo stesso scopo. Non poteva che risultarne una sfida: il tizio si fiondò nella stanza dove sedeva Chen e gli scagliò un pugno destro al petto. Il polso di Fa Ke intercettò il colpo e con una spinta carica di forza penetrante mandò l'aggressore a rotolare fuori dalla porta.
Il problema delle Lance rosse sarebbe stato risolto con un duello simile.

Militari cinesi odierni praticano tai ji quan nella contea di Wen

I capoluoghi delle contee erano di solito recintati da mura difensive. Quando le Hong qiang assediarono quello di Wen, Chen Fa Ke affrontò con un lungo bastone (gun ) il loro capo sull'unico ponte levatoio abbassato. Attese una stoccata di lancia dell'avversario, ne deviò l'asta facendola cadere, dopodiché lo infilzò con un affondo al busto. Verosimilmente fu una tipica mossa di lancia: na (“intrappolare”) e poi zha (“conficcare”).

Movimento della tecnica na

Privi del loro comandante, gli attaccanti persero fiducia nel potere dei loro riti magici d'invulnerabilità e non esitarono a ritirarsi. Il distretto fu salvo.
Ma Chen Fa Ke avrebbe potuto incorrere in grane legali vere, poiché la Cina di allora non era una landa senza leggi e un assassinio, sebbene per conto del governo, rappresentava delitto grave.
Sempre Hong Jun Sheng racconta che quando nel 1956 tornò dal maestro a Pechino per continuare gli studi di tai ji quan, trovò a casa sua due agenti del governo comunista che ancora stavano indagando sul fatto di trent'anni prima come caso di omicidio.
Il commento di Chen fu che una buona azione fatta per il popolo era diventata una questione fastidiosa.

Chen Fa Ke nel fiore degli anni

La sacra elicoide


Di nuovo una spirale, simbolo appropriato del tai ji quan: l'interno del campanile di Pietrasanta (Lu), attribuito a Donato Berti, ma forse progettato da Michelangelo Buonarroti.

Un “calcio” all'anatomia

Un istruttore di kickboxing dichiara serioso di tenerci alla qualità dei suoi insegnamenti.
Durante una sua lezione, gli allievi devono sdraiarsi supini, piegare le gambe unite in modo che le ginocchia siano vicine al petto e oscillare avanti e indietro sulla schiena, a mo' di quello che si usa chiamare “scaricamento”.
L'istruttore proclama con sicumera: “Se sentite la schiena fare 'crak, crak', non preoccupatevi: è il calcio che si stacca dalle ossa, è positivo!”.


(Vedi il post precedente)