Nei negozi di alta moda del centro di
Milano o Roma o Londra si aggirano frotte di giovinette cinesi col
loro smartphone sempre in
mano, sul cui schermo compaiono solo due facciate: il
frontespizio di WeChat e fotografie delle merci da acquistare.
Sono quelli che in cinese si chiamano,
con un neologismo, dai gou 代购:
“comprare per conto di terzi”. È un fenomeno recente, la cui
esplosione risale al 2011 e dovuto ai nuovi ricchi (tu hao 土豪)
dell'ex Celeste Impero: un cinese in Cina chiede a un cinese in
Italia di comprargli un bene. Quest'ultimo va nel negozio, scatta una
foto al bene e la manda al cinese in Cina via telefono cellulare, di
solito utilizzando il suddetto programma di messaggistica istantanea
WeChat (nome originale cinese: Weixin 微信).
Se questi conferma, il cinese in Italia compra il bene e glielo
spedisce.
Tu hao in Cina
|
Chi fa questo mestiere può guadagnare
bene, perché il giro di soldi è abbondante. Qualcuno riesce a fare
acquisti per oltre mille euro al giorno, solitamente guadagnando fra
il 5 e il 15 per cento del costo della merce comprata. Ai destinatari
conviene, perché in patria pagherebbero lo stesso oggetto circa il
quaranta per cento in più, date le tasse di importazione.
Doganieri cinesi ispezionano merci in
entrata nel loro Paese. Sono l'ostacolo principale dei dai gou
|
Ecco perché sono migliaia i dai gou
che operano nei luoghi del mondo dove si vendono beni di lusso.
Spesso arrivano in Italia con un permesso di soggiorno per studenti,
ma la maggior parte di loro frequenta assai poco le aule, impegnati
come sono nel pellegrinaggio costante fra le varie boutique,
tra un messaggio e l'altro sul telefono cellulare.
Una dai gou, col suo
indispensabile mezzo di comunicazione transcontinentale e i suoi
acquisti
|
Taluni negozi cominciano a non gradire
simili acquirenti, magari fingendo di non avere la merce richiesta.
Ma la maggior parte delle case di moda li accoglie a braccia aperte,
dato i contanti che spendono. “Pecunia non olet”, avrebbe
detto l'imperatore Vespasiano. E di pecunia, questi nuovi compradores
al contrario ne fanno girare parecchia: è stato calcolato che nel
2016 il dodici per cento delle merci di lusso finite a cinesi in Cina
è di provenienza dai gou.
Questa fotografia, dal titolo A
Group of all the different Compradores employed at the European
Hongs, in Hongkong, fu scattata da Li Fang 黎芳
(in cantonese Lai Fong) negli anni '80 del XIX secolo
|
Nessun commento:
Posta un commento