domenica 2 aprile 2017

Shopping alla cinese

Nei negozi di alta moda del centro di Milano o Roma o Londra si aggirano frotte di giovinette cinesi col loro smartphone sempre in mano, sul cui schermo compaiono solo due facciate: il frontespizio di WeChat e fotografie delle merci da acquistare.
Sono quelli che in cinese si chiamano, con un neologismo, dai gou 代购: “comprare per conto di terzi”. È un fenomeno recente, la cui esplosione risale al 2011 e dovuto ai nuovi ricchi (tu hao 土豪) dell'ex Celeste Impero: un cinese in Cina chiede a un cinese in Italia di comprargli un bene. Quest'ultimo va nel negozio, scatta una foto al bene e la manda al cinese in Cina via telefono cellulare, di solito utilizzando il suddetto programma di messaggistica istantanea WeChat (nome originale cinese: Weixin 微信). Se questi conferma, il cinese in Italia compra il bene e glielo spedisce.

Tu hao in Cina

Chi fa questo mestiere può guadagnare bene, perché il giro di soldi è abbondante. Qualcuno riesce a fare acquisti per oltre mille euro al giorno, solitamente guadagnando fra il 5 e il 15 per cento del costo della merce comprata. Ai destinatari conviene, perché in patria pagherebbero lo stesso oggetto circa il quaranta per cento in più, date le tasse di importazione.

Doganieri cinesi ispezionano merci in entrata nel loro Paese. Sono l'ostacolo principale dei dai gou

Ecco perché sono migliaia i dai gou che operano nei luoghi del mondo dove si vendono beni di lusso. Spesso arrivano in Italia con un permesso di soggiorno per studenti, ma la maggior parte di loro frequenta assai poco le aule, impegnati come sono nel pellegrinaggio costante fra le varie boutique, tra un messaggio e l'altro sul telefono cellulare.

Una dai gou, col suo indispensabile mezzo di comunicazione transcontinentale e i suoi acquisti

Taluni negozi cominciano a non gradire simili acquirenti, magari fingendo di non avere la merce richiesta. Ma la maggior parte delle case di moda li accoglie a braccia aperte, dato i contanti che spendono. “Pecunia non olet”, avrebbe detto l'imperatore Vespasiano. E di pecunia, questi nuovi compradores al contrario ne fanno girare parecchia: è stato calcolato che nel 2016 il dodici per cento delle merci di lusso finite a cinesi in Cina è di provenienza dai gou.

Questa fotografia, dal titolo A Group of all the different Compradores employed at the European Hongs, in Hongkong, fu scattata da Li Fang 黎芳 (in cantonese Lai Fong) negli anni '80 del XIX secolo

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