sabato 27 dicembre 2014

Vocabolario anatomico


Una serie di termini di un'area corporea importantissima per il tai ji quan 太极拳 e l'educazione motoria tutta.
Anca (kua )
Anche e fianchi (yao dang 腰裆)
Bacino (pen )
Colonna vertebrale lombare (yao chui 腰椎)
Curva lombare (yao chui qu xian 腰椎曲线)
Fianchi (yao )
Flessori dell'anca (kuan qu ji 髖屈肌)
Forza muscolare dell'ileo-psoas (qia yao ji li liang 髂腰肌力量)
Ileo-psoas (qia yao ji 髂腰肌)
Inclinazione pelvica (gu pen qing xie 骨盆倾斜)
Inguine (fu gu gou 腹股沟)
Legamento inguinale (fu gu gou ren dai 腹股沟韧带)
Muscoli addominali (fu ji 腹肌)
Muscoli lombari (xia bei ji qun 下背肌群)
Osso pubico (chi gu 恥骨)
Pelvi (gu pen 骨盆)
Psoas (yao ji 腰肌)

Carl Gustav Jung parla di un “serpente attorcigliato nell'addome”

La Via del tè

Per le feste natalizie, col maestro Huang Tai Ji andiamo a trovare il nostro dotto amico Zhang .
Come prescrive la rinomata cortesia cinese nei confronti degli ospiti, ci offre dell'ottimo tè (cha ), il Puer 普洱. Lo mette nel colino, versandovi acqua corrente per liberarlo da polvere vegetale e residui non commestibili; poi lo lascia in infusione.

Il Puer pressato in una delle sue forme tipiche: a disco (in cinese bing : “torta”), “simile a quello di un discobolo”, dice l'amico Zhang

È il momento di spiegarne l'antica cultura: le piante di Camellia sinensis da cui si ricava questo tè sono nello Yunnan 云南. Lo indica il nome stesso: Puer è una zona di questa provincia cinese sud-occidentale.
Qui viene prodotto con una trafila complessa e accurata, che nel 1965 ha acquisito un'ulteriore raffinatezza: fino ad allora esisteva solo la fermentazione parziale (sheng cha 生茶), ma poi svilupparono una tecnologia adatta per la fermentazione completa (shu cha 熟茶), e la qualità della bevanda aumentò.
Questo tè, come il vino, migliora con l'invecchiamento e la stagionatura, e perfino la muffa lo rende più buono.
Secondo la medicina cinese, il Puer ha un effetto purificante e detossinante del corpo, soprattutto sui grassi animali.

Colesterolo LDL

Tale caratteristica favorì lo sviluppo della Via del tè (in cinese Cha ma gu dao 茶马古道: “Antico percorso dei cavalli da tè”), che partiva appunto dallo Yunnan e saliva a nord verso la Mongolia e lo Xinjiang 新疆, dopodiché virava a ovest in Tibet fino all'odierna Turchia, per certi tratti connettendosi alla più famosa Via della seta (Si lu 丝路).

Portatori di tè nel Sichuan 四川 del 1908, lungo la Cha ma gu dao (foto di Ernest Henry Wilson)

Infatti, quelle zone settentrionali erano popolate da pastori, la cui dieta abbondava di latte e grassi animali, sicché il Puer li aiutava a mantenersi in salute. Dacché ha in più un effetto rinvigorente, lo si consumava soprattutto in inverno.

L'“Antica via dei cavalli da tè”

I cinesi dicono: la mattina il tè verde (qing cha 青茶), il pomeriggio quello rosso (hong cha 红茶) e la sera quello nero (hei cha 黑茶), come il Puer. Meglio berlo entro un'ora dalla cena.
In realtà, bisognerebbe regolare l'assunzione dei diversi tipi di tè in base alla stagione e alla costituzione fisica personale, secondo il principio di yin e yang . Per esempio il tè verde è più yin, e quindi rinfrescante, degli altri due.
Ma tanta gente sostiene che assumere caffè o tè la sera le toglie il sonno. Questo perché la caffeina è la teina sono sostanze eccitanti il sistema nervoso. Ebbene, il Puer di solito è privo di questo inconveniente perché la sua quantità di teina è molto bassa.
Zhang conclude la sua lezione con un avvertimento, che abbiamo sentito pronunciare anche da altri cultori cinesi del tè: il Puer se lo fa mandare dalla Cina, perché non si fida di quello che trova nei negozi in Occidente. Oppure ci sono venditori specializzati e che assicurano qualità, ma hanno prezzi alti.

Puer con stagionatura completa

Tai ji natalizio

Quando si ha una passione, è un piacere dedicarvi il proprio tempo. Perciò allenamenti di tai ji quan 太极拳 (gratuiti e in amicizia) col maestro Huang Tai Ji anche durante le vacanze natalizie.
In fondo, il Natale è una festa di famiglia, e nella tradizione asiatica la scuola di arti marziali ricalca per certi aspetti il clan. Per esempio “padre” in cinese si dice fu ; il maestro si chiama shi fu 师父: “insegnante e padre”.

lunedì 22 dicembre 2014

BUON NATALE!


Kung Fu Christmas

Mani nude

Le arti marziali cinesi sono famose tanto per le tecniche a mani nude, quanto per quelle con armi bianche.
Ma, a parte possibili eccezioni, Chen Fa Ke 陳發科 (1887-1957) non insegnò queste ultime, neppure al suo secondo figlio Zhao Kui 照奎 (1928-1981). Probabilmente le riteneva infatti obsolete, nell'epoca delle armi da fuoco, e non necessarie alla progressione nel livello di abilità.

Chen Zhao Kui nella “posizione per colpire la tigre” (da hu shi 虎式)

Molte sequenze di armi che si vedono oggi nello stile Chen di tai ji quan sono creazioni recenti. Per esempio si dice che Chen Zhao Pei 陈照丕 (1893-1972) inventò quelle di sciabola doppia (shuang dao 双刀), spada doppia (shuang jian 双剑) e forse anche quella di sciabola singola (dan dao 单刀).

Chen Zhao Pi

Chen Chong 陈冲 (1973-)

I guardiani

Uno dei lavori che più spesso impiegava i praticanti cinesi di arti marziali era la guardia di sicurezza (bao biao 保镖), nelle milizie popolari, nelle compagnie di scorta o come guardaspalle di persone ricche e influenti.
Era un mestiere che si tramandava all'interno di clan o villaggi ben precisi insieme alle arti marziali.
Una di queste famiglie era la Chen, dove nacque la branca omonima di tai ji quan 太极拳, se non lo stile intero.
La loro genealogia viene fatta iniziare con Chen Pu 陈仆, ma il supposto inventore del tai ji appartiene alla nona generazione: Chen Wang Ting 陈王廷 (1600-1680), che nel 1644 fu eletto comandante della guarnigione della contea di Wen , dove si trova il borgo della famiglia (Chenjiagou 陈家沟).

La statua di Chen Wan Ting che oggi campeggia a Chenjiagou

La sua impresa militare più famosa è una spedizione contro Li Zi Cheng 李自成 nello Shandong 山东.
I suoi due figli Suo Le 所乐 (1625-1704) e Ru Xin 陈汝信 erano guardie del corpo.

Chen Suo Le

Chen Ru Xin

Lo stesso mestiere facevano Chen Jing Bo 陈敬伯, dell'undicesima generazione, e Chen Geng Yun 陈耕耘, quindicesima, sempre nello Shandong.
Lui, Chen Ji Shen 陈季甡 (1809-1865) e il suo gemello Zhong Sheng 仲牲 (1809-1871), anch'essi della quindicesima, nel 1853 combatterono in difesa di Wen contro i ribelli Tai ping 太平 (vedi il post precedente).
Nella generazione successiva, Chen Yao 陳垚 fu militare dal 1853 al 1863 circa.

Chen Yao

Chen Zhao Hai 陈照海 (1899-1950), diciottesima generazione, combatté gli invasori giapponesi con l'esercito nazionalista. Agli ordini del generale Fan Ting Lan 范庭兰 (1903-1938) nel Quinto Gruppo Mobile dell'Henan Settentrionale, pare effettuò rischiose missioni da commando.

Chen Zhao Hai

Infine, Chen Ji Nao 陈金鳌 (1899-1971) combatté pure lui i banditi a Wen nel 1921.

Chen Ji Nao

Contro i ribelli

Si narra che Chen Fa Ke 陳發科 (1887-1957) difese la contea di Wen , bastone alla mano, dalla Società delle Lance Rosse (Hong qiang hui 红枪会) [vedi il post http://accademiataiji.blogspot.it/2014/12/chen-il-paladino.html].
Qualcosa di simile fecero nel 1853 due suoi predecessori: Chen Zhong Sheng 仲牲 (1809-1871) e il suo gemello Ji Shen 季甡 (1809-1865), quindicesima generazione della famiglia.

I gemelli Chen Zhong Shen e Chen Ji Shen ritratti oggi a Chenjiagou

Infatti, quella primavera i ribelli Tai ping 太平 si erano spinti dalla loro capitale Nanchino fin su a Huaiqing 怀庆, dove si trovava il villaggio di Chenjiagou 陈家沟 (Buca della Famiglia Chen).
L'evento è narrato in due scritti statali: “Documento autentico sull'attacco dell'esercito della Pace Suprema alla prefettura di Huaiqing” (Tai Ping jun gong Huaiqing fu shi lu 太平军工怀庆府实录), scritto da Tian Gui Lin 田桂林, un incaricato della difesa locale; e “Documentazioni quotidiane della difesa di Huai” (Shou Huai ri zhi 守怀日志), scritto da Ye Zhi Ji 叶知几, un docente scolastico locale.
Secondo queste testimonianze, c'erano solo tremila soldati governativi a Huaqing, sicché il prefetto chiese alle milizie popolari (xiang yong 鄉勇) del luogo di aiutarli ritardando l'attacco dei ribelli.

Ribelli Tai ping assediano Shanghai 上海

Alla data del ventinovesimo giorno del quarto mese, Tian Gui Lin descrive i fatti: “Il capo dei ladri chiamato Yang “Testa Grossa” invase Chenjiagou. Questo ladro era estremamente coraggioso e forte, riusciva a portare sotto le braccia due cannoni e attaccare rapidamente la cittadina. Le battaglie che distrussero l'intera città furono condotte al comando di questo ladro. Per fortuna Chen Zhong Shen e Chen Ji Shen, due fratelli di Chenjiagou, erano molto abili nell'uso delle lance e dei bastoni lunghi, usarono questi ultimi per disarcionare Da Tou e poi gli tagliarono la testa. (...) L'ira dei ladri fu grande, e tutto il loro gruppo andò a Zhaobao 趙堡 (...) bruciando ogni cosa, poi a Henei 河內 [nella contea di Meng dell'Henan, ndr] e nei villaggi intorno a Baofeng 宝丰 [contea dell'Henan, ndr], e non c'erano soldati ad andare in soccorso. Per fortuna Chen Zhong Shen e gli altri riuscirono a scappare”.
[“盗贼之首,杨头大,入侵陈家沟。这贼极其勇敢强壮,他能用手臂携两大炮迅速的攻击城市。这场战争在这贼的领导指挥下摧毁了整个城市,幸运的是陈家沟的陈仲生和陈季生两兄弟,他们能非常熟练地使用长矛和长棍。他们用长棍先把杨大头拉下马,然后砍下他的头(…)。叛军们非常生气,他们全部都冲向赵堡街(…),烧光所有的东西,之后去了宝丰周围的河内和村庄,没有士兵来营救这片土地,不幸中的万幸,陈仲生和其他人都成功脱逃”.]
I due gemelli, i loro allievi e l'intera milizia di Chenjiagou furono dunque gli unici a non retrocedere, bensì a guadagnare una vittoria che ebbe un impatto decisivo su tutto il movimento Tai Ping.
Per questo si dice che l'imperatore Xian Feng 咸豐 assegnò in premio a Zhong Sheng un posto di funzionario e fece erigere una stele in suo onore a Chenjiagou medesimo.
Per lo meno questi sono i dati diffusi dall'attuale famiglia Chen [vedi Jian Ge 剑歌, Chen shi tai ji quan xiao jia (“La piccola struttura del pugilato della suprema polarità del clan Chen”), “Shaolin yu tai ji 少林与太极”, settembre 2002].
Chen Zhong Shen in questo vecchio dipinto è rappresentato con gli abiti da funzionario imperiale

Chen Ji Shen

sabato 20 dicembre 2014

Impermeabili all'antagonismo

Quasi fosse un irrefutabile destino inscritto nel nome, il mondo delle arti marziali è pieno di antagonismo e invidia.
Può essere invece d'esempio, ancora una volta, Chen Fa Ke 陳發科 (1887-1957). Quando giunse a Pechino nel 1928, i cinesi erano abituati a un tai ji quan 太极拳 praticato sempre lentamente; sicché, al vedere Chen eseguire mosse veloci o con emissioni di forza (fa jin 發勁) esplosiva, negavano che fosse un esponente di quello stile.

Chen Fa Ke in un pugno di Bei zhe kao 背折靠 (“Appoggiarsi inclinando la schiena”), una tecnica che può essere compiuta con fa jin

Hong Jun Sheng appena prima di scagliare il pugno di Bei zhe kao

Fra questi critici pare ci fosse Wu Tu Nan 吴图南 (?-1989), erudito praticante della branca Wu di tai ji quan. La sua scuola afferma che egli pronunciò la negazione nel 1953, a un grande ritrovo di famosi esperti di tai ji quan: “Questo è un simposio di tai ji, perciò dovrebbero partecipare lo stile Chen e il wu xing chui 五星锤1?”.

Wu Tu Nan nella tecnica dan bian 单鞭 (“frusta singola”) dello stile Wu di tai ji quan

Come si dice reagì Chen Fa Ke? Col suo solito carattere: gentile, tranquillo, onesto, umile, taciturno e avverso al conflitto, cioè un principe della “virtù marziale” (wu de 武德). Si sarebbe semplicemente alzato rivolgendosi a Gao Rui Zhou (1900-1958) 高瑞周, esponente del wu xing chui: “Se la gente dice che il nostro non è tai ji quan, dovremmo andarcene”; oppure: “Non so se è tai ji quan o meno, pratico solo l'arte della mia famiglia”. Ma il suo allievo Wang Pei Sheng 王培生 (1919-2004), soprattutto maestro della branca Wu , invitò lui a risedersi e tutti gli altri a ignorare la faccenda. Così il resto della manifestazione si svolse senza intoppi.

Gao Rui Zhou

Shanghai 上海, luglio 1982. Wang Pei Sheng è il terzo da sinistra nella fila davanti. Hong Jun Sheng 洪均生 è dietro di lui, alla sua destra

Wang Pei Sheng in una posizione di tan tui 弹腿 (“gambe scattanti”) nel 1982

Un po' diversa la versione degli scritti, diffusi negli anni '80, che Ma You Qing 马有清 attribuisce al suo maestro Wu Tu Nan: in quell'occasione egli propose una sfida a Chen Fa Ke e Gao Rui Zhou, che entrambi rifiutarono, preferendo dargli ragione.
L'unico dato certo è che ormai Chen non doveva far altro che lasciar parlare la sua enorme fama d'abilità, dopo tutti quegli anni passati a insegnare nella capitale; e così fece, come sempre.
Visto il modo in cui sono andate poi le cose, il karma (in cinese yin guo bao ying 因果报应) era favorevole a Chen Fa Ke.

Note
1 “Colpi delle cinque stelle”, un metodo attribuito ai maestri Wang Lan Ting 王兰亭 e Li Rui Dong 李瑞东 (1851-1917), che l'avrebbero creato mischiando la branca Yang del tai ji quan con altri stili: Shaolin nei lang quan fa 少林内廊法 (“metodo di pugilato del corridoio interno della Giovane Foresta”), xing yi quan 形意拳 (“pugilato della forma e dell'intenzione”), ba gua zhang 八卦掌 (“palmo degli otto trigrammi”) ecc. Vedi Zhang Shao Tang 张绍堂, Du Zi Yu 杜子宇, Li pai tai ji wu xing chui 李派太极五行捶 (“Colpi delle cinque stelle della suprema polarità della scuola Li”), Shanxi ke xue ji shu chu ban she 山西科学技术出版社, 2005.

Li Rui Dong

Shaolin nei lang mi fa quan ba shi 少林内廊秘法拳八式 (“otto forme di pugilato del metodo segreto del corridoio interno della Giovane Foresta”)

domenica 14 dicembre 2014

Chen il paladino

Durante la lunga epoca imperiale cinese e poi nella successiva repubblica, spesso il controllo dello Stato centrale latitò. Per questo sorsero gruppi di autodifesa, generalmente incentrati nei villaggi, dove ci si esercitava nel combattimento con armi bianche e a mani nude.
Queste milizie popolari fiorivano soprattutto in momenti di crisi, quando nelle campagne regnava il banditismo.

Membri di una milizia popolare di Guangzhou 广州 fotografati nel 1938 da Robert Capa

Uno di questi periodi fu il primo quarantennio del '900, in cui una delle conventicole di protezione più ampie era la Società delle lance rosse (Hong qiang hui 红枪会).
Si stima che per la fine del decennio le province dell'Henan 河南 e dello Shandong 山东 ospitassero circa diecimila affiliati alle Lance rosse. Era un gruppo bellicoso, tanto da mettersi contro altri suoi simili per il dominio sul territorio.

Possibili membri della Hong qiang hui, 1936 circa

Quando, intorno al 1926, la loro minaccia arrivò nella contea di Wen dell'Henan, trovò ad attenderla un borgo particolare: Chenjiagou 陈家沟 (Buca della Famiglia Chen).
Come rivela il toponimo, qui aveva sede un lignaggio assai importante per le arti marziali: quei Chen a cui molti storici moderni attribuiscono l'invenzione del tai ji quan 太极拳.

Anziani di Chenjiagou si allenano nel villaggio in una foto di parecchi anni fa

A quel tempo ci viveva un loro discendente che sarebbe diventato illustre a Pechino: Chen Fa Ke 陳發科 (1887-1957). Toccò dunque a lui e alla sua scuola essere ingaggiati dal governo locale per misurarsi con le Lance rosse. Così egli raccontò a Hong Jun Sheng 洪均生, l'allievo che imparò il tai ji quan da lui per più tempo.
Hong riferisce che il maestro arrestò due esponenti della banda non appena giunto alla sede della contea. Ma poi trovò lì un altro esperto di combattimento, assunto per il suo stesso scopo. Non poteva che risultarne una sfida: il tizio si fiondò nella stanza dove sedeva Chen e gli scagliò un pugno destro al petto. Il polso di Fa Ke intercettò il colpo e con una spinta carica di forza penetrante mandò l'aggressore a rotolare fuori dalla porta.
Il problema delle Lance rosse sarebbe stato risolto con un duello simile.

Militari cinesi odierni praticano tai ji quan nella contea di Wen

I capoluoghi delle contee erano di solito recintati da mura difensive. Quando le Hong qiang assediarono quello di Wen, Chen Fa Ke affrontò con un lungo bastone (gun ) il loro capo sull'unico ponte levatoio abbassato. Attese una stoccata di lancia dell'avversario, ne deviò l'asta facendola cadere, dopodiché lo infilzò con un affondo al busto. Verosimilmente fu una tipica mossa di lancia: na (“intrappolare”) e poi zha (“conficcare”).

Movimento della tecnica na

Privi del loro comandante, gli attaccanti persero fiducia nel potere dei loro riti magici d'invulnerabilità e non esitarono a ritirarsi. Il distretto fu salvo.
Ma Chen Fa Ke avrebbe potuto incorrere in grane legali vere, poiché la Cina di allora non era una landa senza leggi e un assassinio, sebbene per conto del governo, rappresentava delitto grave.
Sempre Hong Jun Sheng racconta che quando nel 1956 tornò dal maestro a Pechino per continuare gli studi di tai ji quan, trovò a casa sua due agenti del governo comunista che ancora stavano indagando sul fatto di trent'anni prima come caso di omicidio.
Il commento di Chen fu che una buona azione fatta per il popolo era diventata una questione fastidiosa.

Chen Fa Ke nel fiore degli anni

La sacra elicoide


Di nuovo una spirale, simbolo appropriato del tai ji quan: l'interno del campanile di Pietrasanta (Lu), attribuito a Donato Berti, ma forse progettato da Michelangelo Buonarroti.

Un “calcio” all'anatomia

Un istruttore di kickboxing dichiara serioso di tenerci alla qualità dei suoi insegnamenti.
Durante una sua lezione, gli allievi devono sdraiarsi supini, piegare le gambe unite in modo che le ginocchia siano vicine al petto e oscillare avanti e indietro sulla schiena, a mo' di quello che si usa chiamare “scaricamento”.
L'istruttore proclama con sicumera: “Se sentite la schiena fare 'crak, crak', non preoccupatevi: è il calcio che si stacca dalle ossa, è positivo!”.


(Vedi il post precedente)

sabato 25 ottobre 2014

Ribasso (dove la qualità non premia)

Un istruttore insegnava in una palestra il vero tai ji quan, non quello annacquato e distorto che si vede più spesso. Aveva pochi allievi, troppo pochi per i gestori della palestra, che un bel giorno gli hanno detto: “Il tuo tai ji quan è troppo difficile. Alla gente non piace. Lo sappiamo che sei bravissimo, lo dicono tutti quelli che fanno la prova con te, ma poi non vengono a fare il corso perché non è quello che cercano”. Intendono l'idea che la gente comune si è fatta del tai ji quan: una facile ginnastica morbida. I gestori e questi loro clienti non conoscono il tai ji quan, quindi non possono giudicarlo (quanto è difficile, quanto è avanzato...).

L'immagine consueta del tai ji quan

Comunque la conclusione dei gestori è ovvia: “Qui dobbiamo guadagnare, per cui bisogna andare incontro ai clienti. Tu non sei commerciale”. L'istruttore spiega: “Nel giro di sei chilometri quadrati ci sono altre tre scuole di tai ji quan, il cui livello è basso. Se questa diventa la quarta, perché la gente dovrebbe venire qui e non in quelle? Io cercavo di fare la differenza di qualità”.
Finale: la palestra assume un altro istruttore, uno dei tanti che fanno e insegnano un tai ji quan assai scarso.
Contemporaneamente, la stessa sorte è capitata a un bravo maestro filippino della sua arte marziale patria, l'arnis de mano o eskrima (in Occidente chiamata più spesso kali). Causa la penuria di allievi, viene sostituito nel corso da un suo allievo europeo, che, paradossalmente, dichiara di aver più successo perché adatta l'insegnamento agli europei.
Questa situazione è ben nota pressoché a ogni maestro orientale che abbia insegnato in Occidente. Prima (i più malleabili e inclini al compromesso) o poi (i più ostinati e idealisti), tutti hanno capito che per avere allievi, dovevano abbassare di parecchio la qualità del loro insegnamento e della disciplina insegnata.
Per il maestro Huang non è un problema. La sua didattica è uguale a quella del suo insegnante in Cina: prima fornisce la struttura grezza, poi, col tempo, insegna a raffinarla. Come una statua che a poco a poco emerge da un blocco di pietra. Huang può insegnare all'allievo come quest'ultimo desidera: rimanere in superficie o approfondire.

Auguste Rodin, Thought (1901)

Un ingegnere può insegnare le tabelline, ma un alunno delle scuole elementari non può insegnare a costruire navicelle spaziali. Un vero maestro è come un ingegnere: che vogliate le tabelline o costruire navicelle spaziali, sa insegnare entrambi.


martedì 7 ottobre 2014

Spirali antiche

In questo sito abbiamo già parlato diffusamente della spirale (in cinese luo xuan 螺旋), che è importante nel tai ji quan e soprattutto nel nostro stile.
La spirale è anche un simbolo ricorrente nelle varie civiltà, fin da tempi remoti.
Un esempio è la cosiddetta “Tomba della scacchiera” presso il comune di Bonovra (Sassari). Risalente al Neolitico (3800-2900 a.C.), è decorata con spirali di ocra rossa alte settanta centimetri.

(foto di Antonello Porcu, l'effettivo scopritore)

domenica 14 settembre 2014

Gli stilisti

Spesso nelle arti marziali cinesi si possono vedere allievi di uno stesso maestro praticare una tecnica in modo leggermente diverso tra loro. Vale anche per gli allievi di Hong Jun Sheng 洪均生.
Huang Tai Ji spiega che quando si diventa maestri, si può personalizzare il proprio movimento; lui lo chiama feng ge 风格: “stile (personale)”. Tuttavia le differenze sono solo negli aspetti superficiali della tecnica; il “dentro” (cioè i principi) non cambia, dice il maestro Huang.
Lo stesso Hong, nel suo capolavoro Chen shi tai ji quan shi yong quan fa 陳式太極拳實用拳法 (“Metodo di pugilato pratico dello stile Chen di tai ji quan”), cita una frase del Tai ji quan lun 太極拳論 (“Trattato di pugilato della suprema polarità”; vedi http://accademiataiji.blogspot.it/2011/05/tai-ji-quan-lun-trattato-di-pugilato.html) attribuito a Wang Zong Yue 王宗嶽: “Anche se ci sono molteplici cambiamenti, vale un solo principio” (“Sui bian hua wan duan, er li wei yi guan 雖變化萬端, 而理唯一貫).
In Chen shi tai ji quan shi yong quan fa, Hong Jun Sheng afferma di pensare che la creazione del tai ji quan fu un'opera di sintesi e revisione di Chen Wang Ting 陈王庭 (1580-1660)

lunedì 11 agosto 2014

In famiglia

In Cina è stata coniata la frase “I praticanti delle arti marziali appartengono a un'unica famiglia” (“Wu shu yi jia ren 武术一家人).
Molto tempo prima, gli Analecta (Lun yu 论语) confuciani, capitolo 12.5, esprimevano il concetto “All'interno dei quattro mari sono tutti fratelli” (“Si hai zhi nei jie xiong di ye 四海之内皆兄弟也”).
Per la precisione, l'apoftegma conclude il seguente racconto: Si Ma Niu 司马牛, allievo di Confucio (Kong Fu Zi 孔夫子), chiese consiglio al maestro sull'atteggiamento da tenere in mezzo al trambusto della sua città e che minacciava i suoi parenti: “Cosa devo fare per comportarmi onorevolmente?”. Confucio rispose: “Gli uomini d'onore non hanno nulla da preoccuparsi né da temere”.
Tuttavia Si Ma non era convinto, perciò al loro incontro casuale volle delucidazioni dal suo compagno di studi Zi Xia 子夏, che spiegò: “Ogni cosa è determinata dal destino. Se gli uomini d'onore sviluppano il loro carattere morale e non offendono gli altri, all'interno dei quattro mari tutti gli uomini sono fratelli”. Insomma, era un'esortazione a mantenere la società in pace per il bene di chiunque.

Gruppo di partecipanti alla Dimostrazione nazionale di famosi maestri di tai ji quan tenutasi a Shanghai 上海 nel luglio 1982. Da sinistra: Yang Zhen Duo 杨振铎, Wang Pei Sheng 王培生, Hong Jun Sheng 洪均生, Feng Zhi Qiang 冯志强, Chen Xiao Wang 陈小旺. Il maestro Hong non era solito partecipare a manifestazioni pubbliche: questa fu l'unica

Ancora Yang Zhen Duo, Wang Pei Sheng, Hong Jun Sheng, Feng Zhi Qiang e Chen Xiao Wang

Si riconoscono, da sinistra, Fu Zhong Wen 傅鍾文 (secondo), Hong Jun Sheng 洪均生 (terzo), Ma Yue Liang 马岳樑 (quinto, seduto), Sun Jian Yun 孫劍雲 (settima, la donna con gli occhiali), Yang Zhen Duo 杨振铎 (nono), Feng Zhi Qiang 冯志强 (decimo) e Chen Xiao Wang 陈小旺 (ultimo)

Figlia e sorella

Chen Yu Xia e Hong Jun Sheng in un giorno di freddo a Jinan

Il maestro di Hong Jun Sheng 洪均生 fu Chen Fa Ke 陈发科.
Sul numero di gennaio 2004 della rivista tedesca Cultura Martialis, Chen Yu 陈瑜 (figlio di Chen Zhao Kui 陈照奎) spiegava nell'intervista di Dietmar Stubenbaum: “Chen Fake hatte zwei Söhne, Chen Zhaoxu und Chen Zhaokui, sowie eine Tochter namens Chen Yuxia. Sie wird leider von vielen selten erwähnt, es sollte aber unbedingt allgemein zur Kenntnis genommen werden, dass Chen Fake eben auch eine Tochter hatte. Sie hatte große Fähigkeiten im Taijiquan und verfügte über wirkliches Gongfu” (“Chen Fa Ke ebbe due figli, Chen Zhao Xu e Chen Zhao Kui, nonché una figlia di nome Chen Yu Xia. Purtroppo i più la citano di rado, invece tutti dovrebbero prendere nota che Chen Fa Ke aveva una figlia. Ella era molto brava nel tai ji quan e possedeva la vera abilità [gong fu 功夫]”).

Da sinistra, Chen Zhao Xu, Chen Fa Ke e la piccola Chen Yu Xia

Chen Fa Ke e suoi allievi nel 1930. Seduti, da sinistra: Zhao Zhong Min 趙仲民, Chen Zhao Xu 陳照旭, Liu Mu San 劉慕三, il maestro Chen, Chen Yu Xia 陳豫俠; in piedi, da sinistra: Zhang Yi Fan 張一凡, Hong Jun Sheng 洪均生, Yang Yi Chen 楊易辰, Liu Liang 劉亮

Dunque Chen Yu Xia 陈豫侠 apparteneva alla stessa generazione di Hong Jun Sheng nel lignaggio del tai ji quan.

Hong Jun Sheng con Chen Yu Xia nel 1984
Certi allievi del secondo impararono anche dalla prima, come Zhang Lian En 张联恩 (vedi il post http://accademiataiji.blogspot.it/2013/08/il-maestro-zhang-lian-en.html) o Cai Sheng Ye 蔡生业, che studiò con Yu Xia la spada (jian ), arma per la quale era rinomata e che Hong non insegnava.

Chen Yu Xia con la spada, in cui eccelleva
Nel suo diario, Zhang racconta: “Avevo appena finito dieci ripetizioni della forma, quando il maestro Hong arrivò con la 'zia di pratica' [shi gu 师姑, vale a dire Chen Yu Xia, ndt]. Erano circa le 6.30 di mattina […]. Qualche momento dopo, su richiesta di noi allievi, la 'zia di pratica' cominciò a praticare Yi lu, facendovi seguire la forma di spada. Tutti noi eravamo parecchio impressionati da una tale meraviglia; e il maestro Hong disse alla 'zia di pratica', dopo che ebbe concluso l'esercizio: 'Benché tu dichiari che non hai avuto molto tempo per allenarti, vedo parecchi miglioramenti rispetto a prima. E sicuramente vedo il maestro Chen Fa Ke nel tuo modo di praticare, e questo mi riporta a cari ricordi di quando mi allenavo con lui'.
Poi il maestro Hong e la 'zia di pratica' cominciarono a ricordare gli allenamenti passati che fecero col gran maestro Chen Fa Ke. La 'zia di pratica' ci disse: 'Il vostro insegnante ha una vasta esperienza e conoscenza della pratica del tai ji Chen com'era insegnato da mio padre. Quanto ad abilità e lunghezza della pratica, può essere considerato il rappresentante della mia generazione. Voi altri dovete imparare diligentemente e non permettere che questa conoscenza preziosa vada persa, quando giunge alla vostra generazione!'”.

Chen Yu Xia pratica il tui shou 推手 (“mani che spingono”) con Hong Jun Sheng

Hong Jun Sheng con Yu Xia e suo marito