martedì 10 maggio 2011

Esercizi fondamentali

Tutto il metodo Hong dello stile Chen di tai ji quan si basa su rotazioni che vengono allenate in esercizi fondamentali (ji ben gong 基本功), a cui si viene subito introdotti quando si comincia lo studio, e che vanno allenati cento volte al giorno per braccio la prima settimana di pratica, duecento la seconda e così via. Il maestro Huang ne faceva almeno mille al giorno.
Il primo di questi esercizi fondamentali è zheng shou quan 正手圈 (“cerchi dritti con la mano”): come dice il nome, bisogna tracciare dei cerchi con un braccio e la mano aperta a lato del corpo, dall’interno all’esterno, stando nella “posizione a cavallo” (ma bu 马步), cioè col peso ripartito equamente sui piedi; quello corrispondente alla mano che compie il cerchio è aperto a quarantacinque gradi, mentre l’altro piede è dritto. All’inizio si può adottare una ma bu stretta e alta, approfondendola man mano che l’allenamento fisico cresce.
La testa e lo sguardo sono rivolti verso il lato dove si allunga il braccio, perché è lì che si trova l’avversario immaginario.
Una parte del corpo importante per guidare il movimento sono le anche, per cui la piega iliaca (yao dang 腰襠) dalla parte della mano che compie i cerchi si rilassa (song dang 松襠: “rilassare l’inguine”) quando la mano si allontana dal corpo e si “riempie” quando la mano torna verso il corpo.
Tuttavia, mentre la mano torna indietro verso il costato, continua a esercitare una forza in avanti, che metterebbe in leva il polso dell’avversario.
Quanto alla mano, allontanandosi gira col lato del pollice verso l’interno e il dorso in su, mentre tornando indietro si gira col pollice verso l’esterno e il palmo. La prima azione si chiama li chan 里缠 (“avvolgere verso l’interno”), la seconda wei chan 外缠 (“avvolgere verso l’esterno”). Più spesso, nello stile Chen si usano i sinonimi shun chan e ni chan , cioè “avvolgere dritto” e “avvolgere al contrario”.
Benché il maestro Huang dica che la mano è in atteggiamento “naturale” (zi ran 自然), le dita devono essere stese, per cui vi è in esse una certa tonicità; il pollice è quasi parallelo alle altre dita.
Avambraccio e mano attuano contemporaneamente un movimento sia di rivoluzione (gong zhuan 公轉) sia di rotazione (zi zhuan 自轉), come luna, sole e terra. 

Il maestro Huang Tai Ji in zheng shou quan

Il secondo esercizio fondamentale che si studia è fan shou quan 反手圈 (“cerchi inversi con la mano”): il braccio e la mano compiono un cerchio antiorario a lato del corpo. 
 Poi i due esercizi si combinano: una mano compie zheng shou quan e contemporaneamente l’altra compie fan shou quan, allorché la tecnica prende il nome di shuang shou jiao cha 雙手交叉: “incrociare le due mani”.
Oppure entrambe le mani fanno, sempre in contemporanea, zheng shou quan (shuang zheng shou quan 双正手圈, dove shuang significa “doppio”) o fan shou quan (shuang fan shou quan 双反手圈).
Il gran maestro Hong Jun Sheng nella fase di flessione di fan shou quan

Man mano che la propria abilità aumenta, i cerchi del braccio diventano sempre più piccoli: prima sono “da quan 大圈(“cerchi grandi”), poi “xiao quan 小圈(“cerchi piccoli”), infine “mei you quan 没有圈(“non v’è cerchio”).
Più il movimento a spirale riguarda tutto il corpo armonicamente, meno ci sarà bisogno di spostare il braccio.
Anche il piano della rotazione del braccio cambia un po’, diventando meno verticale. Comunque, vale sempre la regola “kai cu bu kai guo 开促不开过: non stendere troppo il braccio.

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